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mercoledì 9 marzo 2011

Giulia attende

Si stava bene, sulle nuvole, assieme a tutti gli altri bambini. Stavamo tutti attendendo una mamma e un papa’ che ci aiutassero a venire al mondo. Nel frattempo, aspettavamo il nostro turno.
Mi divertivo, lassu’... potevo giocare a nascondino, saltellare di nuvola in nuvola come se stessi rimbalzando su zucchero filato, giocare a palle di nuvola.
 Ogni tanto uno di noi si fermava un attimo, ascoltava un richiamo che sentiva solo lui, e poi puf! Saltava giu’ dalle nuvole, verso un luogo sconosciuto. La sua mamma e il suo papa’ l’avevano chiamato.
Un giorno stavo giocando a palle di nuvola con i miei amici, quando sentii quel richiamo. E’ difficile da spiegare: era come un soffio gentile sulle mie spalle, che mi diceva di saltare...
E saltai, giu’, giu’, verso la terra, in un volo delicato, come un seme di papavero.
Cercai di aguzzare lo sguardo per vedere dove stavo cadendo, ma riuscivo solo a scorgere le cime degli alberi...caddi fra le fronde, delicatamente, rimbalzando di ramo in ramo, mentre un profumo buonissimo riempiva le mie narici.
Fluttuai per un po’, un invisibile spiritello,  e poi mi sedetti su un ramo.
“Mmmm...che profumo meraviglioso...” dissi, fra me e me.
“Sono gli eucalipti. Non solo profumano, ma sono anche buonissimi!” disse una voce. Mi guardai in giro per vedere da dove provenisse...
Nel ramo accanto al mio c’era un animaletto grigio, dal naso nero, le orecchie tonde, e gli occhi neri e luminosi. Stava masticando una foglia di eucalipto.
“Cosa sei?”
“Un koala. E tu?”
“Una quasi-bambina. Sto cercando la mia mamma e il mio papa’.”
“Mentre aspetti, se ti va, ti faccio compagnia.” Disse il koala.
“Volentieri! Giochiamo a nascondino?”
Giocammo per un po’, saltando fra i rami, ridendo e chiacchierando, finche’ una voce ci interruppe.
“Guarda! Un koala!”
Guardai giu’. Era una donna, e aveva un viso dolce, un viso di mamma.
“Ah si, eccolo! Ora faccio una foto!” Rispose l’uomo che era accanto a lei. Mi sembro’ forte e coraggioso. Il papa’ perfetto.
“Koala! Koala! Credo siano loro!”
“La tua mamma e il tuo papa’?”
“Si!”
“Saverio, hai sentito una voce?” disse la donna, guardandosi in giro.
“Credo di si...forse dei turisti nel bosco...” rispose l’uomo.
“Forse...” disse la donna, e guardo’ dritto verso di me, fra le fronde. Non poteva vedermi, ovviamente, ma sbatte’ le palpebre, una, due volte...Ci guardammo per un lungo istante, e mi vidi rispecchiata nei suoi occhi, come se fossimo legate da sempre...
“E’ lei” mi dissi. Ero sicura.
Chiusi gli occhi e saltai, per la seconda volta quel giorno, e la mia animuccia senza corpo si fuse con la sua, una scintilla di vita nella sua pancia, di cui non sospettava ancora l’esistenza. Eppure, anche se non sapeva ancora di me, vidi che le brillavano gli occhi, come se avesse indovinato che la sua vita non sarebbe mai piu’ stata la stessa. Sentivo che gia’ mi volevano bene...
Cominciai a crescere, raggomitolata al caldo e al buio. Le voci della mia mamma e del mio papa’, dei nonni, dei nostri amici mi facevano compagnia.
Venne il momento di nascere, e rivedere i miei genitori – e questa volta anche loro potevano vedere me!
Non sapranno mai che li avevo guardati, seduta sull’eucalipto, fra i koala – uno spirito ancora senza corpo, la quasi-bambina alla ricerca di una mamma e di un papa’. Avevo scelto loro, e loro avevano scelto me, e ci eravamo legati in un amore senza fine...e in quel momento la quasi-bambina era diventata Giulia, la loro piccola Giulia.

Daniela Sacerdoti, Glasgow, Marzo 2011

2 commenti:

  1. Daniela... ti ho appena conosciuta! :)
    Grazie per questa storia...

    polepole

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  2. E' un piacere Polepole, da un po' vedo i tuoi commenti in giro, lieta di conoscerti:-)

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