Scritta per la piccola Gloria, la figlia di Claudia
C’era una volta una bambina di nome Gloria. Gloria viveva in una casa nei boschi, in un posto pieno di fiori e di profumi, con una mamma e un papa’ che le volevano un bene immenso. La piccola Gloria aveva un fratello maggiore, di nome Leonardo, e una sorellina minore, di nome Chiara.
Gloria amava giocare con i suoi fratelli in giardino. La cosa migliore del mondo era quando la sua mamma e il suo papa’ si univano ai giochi, e lei sentiva la sua famiglia tutt’attorno a se’, come una calda coperta che la avvolgeva e la faceva sentire felice e sicura.
Ma a volte Gloria desiderava un po’ di tempo da sola in giardino, per sognare ed inventare storie.
Un giorno di primavera Gloria era seduta a gambe incrociate sull’erba, intrecciando una collana di margherite come le aveva insegnato sua mamma. Il resto della famiglia era in cucina, ma lei era sgattaiolata fuori per godersi il vento e il sole.
Stava canticchiando fra se’, quando senti’ che qualcosa le solleticava il viso.
Gloria si gratto’ una guancia.
Sara’ un seme volante, o una farfalla, penso’.
Ma il solletico ricomincio’.
Sara’ una libellula, o una foglia portata via dal vento, si disse.
Una sagoma verde e dorata le passo’ davanti agli occhi. Gloria sbatte’ le palpebre, una due volte.
Sara’ un uccellino, o un fiore che vola nella brezza, si ripete’.
Ma la sagoma verde e dorata le giro’ attorno, una, due volte, e si poso’ sull’erba davanti ai suoi piedi, con grazia infinita.
Era una fatina, non piu’ grande della sua mano.
Gloria spalanco’gli occhi, ma non si mosse. Come tutti i bambini, non aveva paura dei misteri.
“Chi sei?”
La fatina volo’ fino al suo orecchio.
“Sono la fata delle margherite. Mi chiamo Isabella.” Rispose la fata, con una vocina minuscola.
Gloria stese la mano, e la fata le si poso’ sul palmo.
“Come sei bella...” disse Gloria, guardando con ammirazione il vestito verde e dorato della fatina, e i suoi lunghi capelli biondi sciolti sulle minuscole spalle.
Isabella le volo’ di nuovo vicino all’orecchio.
“Anche tu! Vuoi diventare una fata per un po’?”
Gloria annui’ allegramente.
Isabella comincio’ a volarle attorno, sempre piu’ velocemente, spargendole la polvere magica sui capelli, sulle spalle, sulle mani, sulle gambe...
Gloria chiuse gli occhi, e quando li riapri’, vide che stava volando. Era una fatina!
Indossava un vestito blu e argento, e i suoi lunghi capelli biondo-oro volavano nella brezza.
Isabella e Gloria trascorsero un’ora incantata a volare fra i fiori, divertendosi a coprire l’erba di polvere magica – Isabella di polvere dorata, e Gloria di polvere argentata.
“Gloria! Amore, vieni a fare merenda!”
La voce di mamma Claudia risuono’ in giardino.
“Isabella, devo andare. La mia mamma mi cerca.”
Isabella le volo’ di nuovo attorno, sempre piu’ veloce, e Gloria torno’ ad essere una bambina.
“Eccomi, mamma!”
“Gloria, cos’hai nei capelli?” chiese mamma Claudia accarezzandole la testa. Una pioggia di polvere dorata e argentata cadde sul pavimento.
“Ho incontrato una fata delle margherite!”
“Che bello, tesoro!” disse mamma Claudia, che non rideva mai ai racconti dei suoi bimbi. Per lei, la magia era cosa di tutti i giorni.
“Mi ha trasformato in una fata!” aggiunse Gloria.
“Tu sei la nostra fata” disse il papa’, togliendole un granello di polvere dorata dalla guancia.
Che dolce racconto! Ho un debole per le margherite...
RispondiEliminaSono i miei fiori preferiti, in gaelico si chiamano "noinini" e sono i fiori sacri ad Angus Og, il dio celtico della giovinezza e della primavera:-)
RispondiEliminaciao! ti ho scoperto tramite la casa nella prateria... bellissimo il tu blog, pura magia.
RispondiEliminaGrazie Rossella!!!:-)
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