Volete una storia personalizzata per vostro figlio o vostra figlia, per un'amica, o per un'attività? Mandatemi una richiesta via email, storiedilunablu@hotmail.co.uk Potrete richiedere anche le vostre illustrazioni relative alle favole contattando Ottavia via email, ottavia.cimmino@gmail.com

giovedì 10 marzo 2011

Chiara e la stella cadente

La luna brillava bianca sulla spiaggia,  il mare cullava la sabbia, e le stelle di una notte chiara illuminavano il mio musetto color miele. La mia padroncina mi aveva portato a fare una passeggiata sulla spiaggia, in quella notte d’estate.
Mi bagnai le zampe nell’acqua salata, mentre Chiara e la mamma camminavano piano, mano nella mano.
Improvvisamente, un bagliore, oltre gli scogli. Mai, nella mia vita di cane, avevo mai visto una luce cosi’ splendida, cosi’ pura. Abbaiai, e mi girai verso la mia padroncina e la mamma, per dire loro cosa avevo visto; ma Chiaretta aveva perso una scarpina, e la mamma era chinata a rimettergliela. Non avevano visto la luce brillare attraverso il cielo, e cadere dietro agli scogli.
Dovevo andare a vedere cos’era. Decisi di correre via, andare a controllare, e tornare dopo qualche minuto – non perdo mai di vista la mia padroncina, casomai abbia bisogno di me.
“Denver! Dove vai?” sentii la mamma che mi chiamava. Ma continuai a correre lungo la spiaggia, oltre gli scogli, verso il bagliore che ora non vedevo piu’. Saltai sulle rocce nere, di scoglio in scoglio, stando attento a non scivolare sulle alghe. La luce della luna si raccoglieva in pozze argentee fra le rocce, e il vento di mare mi arruffava la pelliccia.
Improvvisamente, la vidi: una gemma bianca, che brillava intermittente, come una lucciola, seminascosta dalla sabbia.
Mi avvicinai, e feci cio’ che qualsiasi cane farebbe: l’annusai. Mmmm. Sapeva di stella.
Scostai la sabbia che la ricopriva. Il mio olfatto aveva indovinato: era una stella, una stella cadente.
Saltellai e abbaiai di gioia. Il regalo perfetto per Chiara, la mia padroncina, la mia migliore amica.
“Denver!” sentii che mi chiamavano. Non c’era tempo da perdere. Presi la stellina in bocca, e corsi indietro.
Stavo saltando sulle rocce scivolose, quando inciampai, e la stellina cadde in mare! La vidi brillare nelle acque oscure, fra le onde. Senza pensarci due volte, mi tuffai in acqua.
Sentii la mamma che mi chiamava, una, due volte – ma dovevo recuperare la stella per Chiara.
Eccola – sul fondo sabbioso. Riuscii a stento a prenderla in bocca, ingoiando un po’ d’acqua salata, e nuotai in superficie. Vidi la testolina di Chiara che spuntava da oltre le rocce.
Abbaiai e corsi verso di loro.
“Denver, sei tutto bagnato!”
“BAU!” era il modo di dire “guarda cos’ho per te!”. E lasciai cadere la stella sulla sabbia.
“Denver! E’ bellissima!” disse la mamma.
“Oooh...” disse Chiaretta.
“Bau.” Che vuol dire “E’ per te, amica del mio cuore.”
Chiara la prese in mano. Luccicava nelle sue manine, e si rifletteva sul suo viso, cosi’ che anche lei sembrava una stellina caduta a donarci la sua luce.
“L’hai presa per me! Sei il mio eroe!” disse Chiara con i suoi occhioni.
Mi sentii orgoglioso, come il cane piu’ coraggioso della terra.
Quella notte, Chiara dormi’ con la stella fra le braccia, e la sua luce si poteva vedere da miglia intorno: una stella con una stella in braccio.

Daniela, Glasgow, Marzo 2011

Nessun commento:

Posta un commento